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Dati Qualità Latte in Lombardia parte 1

La recente assemblea dell’ARAL ha permesso di fare il punto sulla situazione della qualità latte in Lombardia, dati che riteniamo possano essere di interesse per i nostri Soci. L’esame dei dati relativi al 2010 conferma l’assestamento della qualità del latte prodotto in Lombardia su elevati standard qualitativi, con una notevole percentuale di allevamenti che si collocano in area di eccellenza, per tutti i parametri considerati. I dati che presentiamo derivano dalle attività di laboratorio finalizzate al pagamento del latte secondo qualità, ovvero riguardano le analisi sul latte di massa, effettuate generalmente due volte al mese per ogni allevamento che consegna latte ad un primo acquirente. Nelle precedenti occasioni, fino allo scorso anno, avevamo la disponibilità dei dati provenienti dai laboratori dell’Istituto Zooprofilattico e dell’ARAL, rappresentativi di una larga maggioranza (nel 2010 circa l’80% dei campioni, 65% IZSLER e 15% ARAL) ma non della totalità delle analisi relative ai produttori lombardi; corre obbligo, prima di illustrare le novità intervenute, di rinnovare i ringraziamenti all’IZS di Brescia, per la collaborazione e la disponibilità sempre dimostrate e tutt’ora in corso. Per la prima volta, quest’anno, siamo in grado di esporre elaborazioni statistiche effettuate sul 100% dei campioni lombardi. Ciò, grazie alla recente conclusione di un progetto, affidatoci nel 2010 dalla Direzione Generale Agricoltura di Regione Lombardia, finalizzato a creare, a livello informatico, un “contenitore” che renda disponibili e facilmente elaborabili, per la Regione stessa, tutti i dati del pagamento qualità latte in Lombardia, proprio con il fine di meglio conoscere i contenuti della materia prima e consentire alle filiere una migliore gestione dei prodotti. Pertanto, abbiamo ritenuto di introdurre una modalità di presentazione dei dati lievemente diversa dagli anni scorsi, secondo due punti di vista fondamentali. Da un lato, affiancando alle consuete valutazioni sull’andamento delle medie regionali una “ponderazione” per le quantità (vedi successive Tab. 1, 2 e 3), in grado di offrire un’immagine della qualità del latte lombardo, considerato come un virtuale, unico, enorme tank da quasi 44 milioni di quintali, cosa che avrebbe avuto poco senso in passato, in mancanza del 20% delle analisi, ora inviate da altri 12 laboratori, oltre ad IZS ed ARAL. Dall’altro (vedi i seguenti Grafici 1, 2, 3 e 4), rappresentando la distribuzione di tutte le aziende lombarde, rispetto al proprio valore medio annuale dei diversi parametri qualitativi considerato e, quindi, la loro collocazione rispetto alle aree di Premio, Franchigia e Penalità, individuate dall’accordo regionale per il pagamento secondo qualità dell’annata 2007-2008, tutt’ora in vigore.

Carica Batterica Totale

Per quanto riguarda il parametro CBT (Grafico 1), il valore medio annuale (media aritmetica dei 153.582 campioni, relativi a tutti i produttori Lombardi), espresso in migliaia di ufc/ml, risulta di poco superiore a 45, in crescita rispetto all’ultimo triennio (41, 42 e 41, rispettivamente per il 2007, 2008 e 2009), ma in grado di confermare il consolidamento dei forti progressi dell’ultimo decennio (103 nel 1999 e 85 nel 2000), nonostante l’evidente influenza del completamento della base dati; la media 2010 dei soli laboratori IZS ed ARAL (41,7) risulta, infatti, perfettamente in linea con l’anno precedente. Come già detto, a livello di rappresentazione grafica e, soprattutto, con la successiva tabella riassuntiva (Tabella 1), realizzata incrociando i dati qualità con le produzioni aziendali (consegne + vendite) grazie alla collaborazione della DG Agricoltura, abbiamo percorso nuove modalità di analisi della situazione.

Le aziende potenzialmente in premio (Graf.1), con carica media inferiore a 30.000 ufc/ml, rappresentano il 60,8% dei produttori e la produzione rappresenta il 74.9% (Tab.1) del totale. Le aziende in franchigia, con CBT media compresa tra 30.000 e 100.000 ufc/ml, sono il 28.6% dei produttori, che hanno prodotto il 22% del latte totale della Lombardia. In penalità, con media CBT potenzialmente al di fuori dei livelli normativi, oltre 100.000 ufc/ml, sono il 10.5% delle aziende, ma rappresentano solo il 3.1% della produzione totale. Inoltre, da Tabella 1, si evince come la media aritmetica dei valori aziendali, pari a quasi 53.000 ufc/ml, si attesti al di sotto delle 28.000 ufc/ml, introducendo la ponderazione per i rispettivi quantitativi di latte prodotto.

Cellule Somatiche

La media aritmetica annuale complessiva del 2010, pari a 313.966 c.s./ml (vedi Tab.1), nonostante il completamento della base dati, risulta perfettamente in linea con le oscillazioni registrate nel periodo più recente, comprese tra un minimo di 313.000 ed un massimo di 328.000 nel periodo 2004-2009, dopo i più consistenti e costanti miglioramenti che portarono dalla media di 411.000 del 1998 alle 354.000 c.s./ml del 2003. Anche per questo parametro, la media allevamenti ponderata per le produzioni si attesta su un valore significativamente migliore, di poco superiore a 285.000 c.s./ml. Ciò si spiega anche con l’osservazione del Grafico 2: le aziende potenzialmente in premio, con conta cellulare inferiore a 300.000 (latte alta qualità), sono il 55.6% e rappresentano il 61.5% della produzione totale regionale. Le aziende in franchigia, con media compresa tra 300.000 e 400.000 c.s./ml, sono il 29.5% ed il loro latte corrisponde al 31.1% della produzione totale. Le aziende in penalità, potenzialmente fuori dai livelli normativi, con conta superiore a 400.000 c.s./ml, sono il 14.9% ma, fortunatamente, rappresentano solo il 7.4% della produzione totale.

(Continua)

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